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Scuola e LGBT, Luxuria: “Lobby omofobe in azione… E sui ritardi di Renzi ho un’idea…”

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luxuria_400Dalla parte delle associazioni gay vs il ministero dell’Istruzione. Vladimir Luxuria è abituata alle battaglie, come le associazioni LGBT scese in campo dopo la decisione del Miur di escluderle dai corsi scolastici anti-omofobia. A Intelligonews svela chi c’è dietro…

Che idea si è fatta della protesta delle associazioni gay?

«Le associazioni svolgono un lavoro tutto l’anno, spesso hanno sportelli, linee verdi in cui ascoltano soprattutto storie di sopraffazione, discriminazione e anche bullismo omofobo nelle scuole. Poteva essere un’esperienza che si poteva utilizzare per trasmettere nella scuola il senso dell’educazione civica, del rispetto, della scuola aperta a tutti, senza che ci siano giovani gay che lasciano gli studi perché non ne possono più di un ambiente a loro ostile».

Secondo lei perché si è arrivata all’esclusione che denunciano le associazioni gay? Cosa c’è dietro?

«Non lo so. Credo che ci siano pressioni da parte di lobby omofobe per evitare che ci sia il contatto tra militanti delle associazioni e studenti con il pregiudizio secondo il quale se parli di omosessualità è come se la diffondessi. Nella mia esperienza, io ho parlato spesso nelle scuole, sono stata al liceo ‘Muratori’ dove c’erano alcuni genitori contrari; purtroppo contro di noi si sono formate alcune associazioni integraliste che fanno forti pressioni e hanno successo, affinchè i ragazzi non possano sentire le testimonianze dirette di chi o perché svolge la sua attività presso uno sportello amico o perché lo ha vissuto in prima persona, può raccontare cosa significa sentirsi insultati, dileggiati, vedere insulti scritti a penna sui libri o assistere alle risatine quando c’è l’appello in classe e si arriva al tuo cognome».

Scusi, ma di sensibilizzazione didattico-formativa contro l’omofobia se ne devono occupare solo gli esponenti delle associazioni gay? Non le sembra una pregiudiziale ad escludendum esattamente come quella che il mondo gay rimprovera alla Chiesa?

«Certo che ne possono parlare e occuparsene anche coloro che non sono gay, ci mancherebbe. Noi nelle nostre iniziative pubbliche invitiamo chi non è gay. Io quando ho parlato al liceo ‘Muratori’ di Modena ero affiancata da un teologo eterosessuale e da una psicologa eterosessuale, dove sta il problema? Qui però mi sembra che ci sia il discorso contrario, nel senso che si vuole escludere chi è gay, chi ne è conscio e non se ne fa una colpa e magari ne ha fatto una battaglia di diritti civili. Insomma, si vuole vietare loro di parlare».

Cosa risponde a chi vi obietta: ma la formazione nelle scuole volete farla diventare un ‘mestiere’?

«La nostra opera di sensibilizzazione non è assolutamente un lavoro e nessuno viene retribuito per cecare di aiutare a far emergere episodi di discriminazione evitando di far sentire in minoranza la persona vittima delle logiche del ‘branco’. Sinceramente lo trovo un argomento un po’ specioso per nascondere il fastidio di avere persone che dimostrano che si può essere gay e si può essere studenti, fidanzati, lavoratori senza che le cose collidano tra loro. Voglio ricordare che c’è un ‘drop-out’ di persone che lasciano la scuola o perdono la passione per l’istruzione o la fiducia nelle istituzioni o ancora, cominciano ad assumere farmaci antidepressivi, droga o alcool, proprio a causa del disagio provocato non dalla loro omosessualità ma da certi capi-branco a scuola. Credo che si debba tutelare il diritto allo studio, il diritto a un’esistenza tranquilla evitando di trasformare uno studente che sarà poi un lavoratore, in un disagiato sociale».

Che voto dà a Renzi sui diritti civili?

«La legge sull’omofobia è ancora ferma in Commissione. Non vorrei che per salvare l’alleanza politica delle larghe intese si strozzino i diritti civili. Mi auguro che al di là delle sincere buone intenzioni, ci siano i fatti che ancora non abbiamo visto».


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